Junior Camp intervista a Michele Bovo, istruttore di Brazialian Jiu Jitsu

Junior Camp intervista Michele Bovo, istruttore di Jiu Jitsu presso il Centro Formazione Combattimento (CFC) di Padova.
Ciò che ci ha spinto ad intervistarlo è stato non solo la forte curiosità verso uno sport poco conosciuto, ma anche la piena condivisione dei valori nell’educazione allo sport. 

Ecco, quindi, qui di seguito il nostro dialogo. 

  • Michele, che cosa è il brazilian Jiu Jitsu? 

Il brazial Jiu Jitsu è un’arte marziale, un metodo di difesa personale, specializzato nella lotta a terra.
Il fondamento di questa disciplina insegna che una persona più piccola e debole può difendersi con successo da un avversario più forte utilizzando appropriate tecniche come le leve e le chiavi articolari. La disciplina ha origine in Brasile dalla famiglia Gracie la quale, avendo una struttura fisica molto gracile, ha ideato un sistema di difesa personale. 
Si tratta di una difesa basata non sulla forza ma sulla tattica e sull’uso delle leve. 

  • Come insegni ai bambini questa disciplina? 

Lo scopo del Jiu Jitsu è imparare a difendersi. Di conseguenza, insegno ai bambini come difendersi seppur in maniera giocosa. Tuttavia, l’attività ludica non esclude la disciplina e il rigore bensì permette di attuarli.

  • Attraverso quali attività ludiche insegni Jiu Jitsu? 

Generalmente, in un’ora di lezione, creo dei circuiti composti da salti, rotolamenti, roteazioni. Un altro gioco consiste nell’imitare il comportamento degli animali da me indicati. 
Per quanto concerne la parte tecnica, gli dedico un tempo ridotto per far sì che il bambino mantenga una soglia alta di attenzione. 

  • Perché consiglieresti di praticare Brazialian Jiu Jitsu? 

Tra gli sport, il Brazilian Jiu Jitsu è sicuramente uno dei più completi poiché favorisce una corretta coordinazione neuromotoria e sostiene l’armonico sviluppo di ossa, muscoli e articolazioni. E’ un’arte fatta di riti e tradizioni che crea una forte coesione nel gruppo e aiuta a sviluppare la fiducia in se stessi. 

Attraverso questo sport, impariamo a sopportare una grande pressione e forte stress. Risulta, quindi, utile imparare il brazialian Jiu-Jiutsu perché apprendiamo la consapevolezza che, anche nelle situazioni più difficili,  c’è sempre una soluzione. 
Inoltre, diminuisce i livelli di aggressività e insegna a gestire gli impulsi. 

Ultimo ma non meno importante, il Jiu Jitsu insegna ad affrontare positivamente il fallimento. Questo ha un indubitabile valore per la crescita e lo sviluppo del bambino. 

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Si conclude così la nostra intervista all’istruttore Michele Bovo. 

Junior Camp ha scelto di intervistarlo per i valori che lo spingono a praticare e a insegnare questo sport ai bambini.
Come ci ha spiegato nell’ultima domanda, infatti, ciò che Michele Bovo ha posto al centro dell’insegnamento della sua arte marziale non è tanto quello di aggredire o di insegnare al bambino quali siano le tecniche migliori per aggredire.
La sua intenzione va nella direzione completamente opposta: il bambino deve imparare a gestire gli impulsi, affrontare grandi stress e difficoltà sapendo che il fallimento non è la fine, né tantomeno sinonimo di sconfitta irrimediabile.

Le difficoltà, gli impulsi indomabili e le emozioni come la rabbia sono parte del percorso di crescita del bambino. Per noi di Junior Camp, aiutarlo a gestirle è il modo migliore per contribuire alla crescita sana del bambino non solo da un punto di vista fisico, ma anche emotivo e psicologico. 


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